G7 Ambiente a Torino: un accordo storico ma fragile per eliminare gradualmente il carbone entro il 2035.

L’accordo tecnico raggiunto a Torino durante la riunione ministeriale del G7 Ambiente, Energia e Clima rappresenta un passo importante nell’agenda di decarbonizzazione dei sette paesi coinvolti. L’Italia ha addirittura annunciato che eliminerà gradualmente il carbone entro un anno, ad eccezione della Sardegna, che spegnerà la sua ultima centrale a carbone entro il 2027.
Si tratta di un segnale interessante, in un momento in cui la produzione di energia rinnovabile potrebbe finalmente, grazie all’accelerazione della Cina nel fotovoltaico, superare la produzione di energia elettrica da carbone a partire dal 2026, secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia sulla produzione di elettricità.
Tuttavia, secondo un altro rapporto pubblicato nell’aprile 2023 dal Global Energy Monitor, un gruppo di ONG, sullo stato delle centrali elettriche a carbone nel mondo:
– i paesi del G7 rappresentano ancora il 15% della produzione mondiale di energia elettrica da carbone e il tasso di chiusura degli impianti è rallentato con la guerra in Ucraina: potrebbe questo tasso resistere a un altro grande shock geopolitico?
– La Cina, che da sola rappresenta il 55% del consumo mondiale di carbone, continua a ricavare i due terzi della sua energia dal carbone e continua ad autorizzare nuovi e massicci progetti di costruzione, sia in patria che in altri paesi in via di sviluppo;
– L’India, che si sta posizionando come alternativa manifatturiera alla Cina, è il secondo consumatore di carbone al mondo, con oltre il 10%, e i nuovi progetti in corso raddoppieranno la sua capacità di produzione di energia elettrica a carbone, mentre il suo governo non si è impegnato a garantire la neutralità delle emissioni di carbonio fino al 2070.
L’accordo raggiunto al G7, se confermato, è quindi interessante. Ma la vera sfida rimane quella di convincere le altre economie del G20, tra cui Cina e India, che non hanno alcuna intenzione di frenare il loro sviluppo economico facendo a meno di una fonte di energia disponibile e poco costosa che le economie del G7 sfruttano senza limiti dal XIX secolo.
Al di là di queste dichiarazioni virtuose, è necessario un salto tecnologico per produrre energia pulita e a basso costo, più competitiva del carbone e in grado di soddisfare una domanda energetica globale in costante aumento. Ciò significa mobilitare i finanziamenti e investire nella ricerca e nell’innovazione. Ma i Paesi del G7 sono ancora in grado di farlo?
Vogliamo crederlo e questi paesi hanno ancora solide argomentazioni industriali e tecnologiche da presentare. Va notato, tuttavia, che un progetto del genere non figura nelle conclusioni dell’ultima riunione ministeriale dei ministri dell’industria, della tecnologia e del digitale del 13-15 marzo, che ha fatto solo un riferimento marginale all’importanza dell’efficienza energetica.
Forse sarà all’ordine del giorno della prossima riunione dei ministri della scienza e della tecnologia del 9-11 luglio? Rimani sintonizzato!